
Corso di preparazione al parto
9. Le prime 24-48 ore dopo il parto
Le prime ore sono magiche e... contraddittorie. Sei stanca, magari sfinita, ma nello stesso tempo invasa da un’ondata di emozioni indescrivibili...
In questa lezione parliamo di
Le prime ore dopo il parto
Le prime ore dopo aver partorito sono uniche, parola di mamma. Ci si sente provate dalle fatiche del parto ma nello stesso tempo sollevate e travolte un’ondata di emozioni diversissime. Momenti in cui la mamma è al settimo cielo dalla gioia si alternano ad altri in cui scoppia in lacrime senza motivo.
“Ti senti invasa da mille sensazioni contrastanti” ci racconta una mamma, “felicità ma anche carico di responsabilità, orgoglio per essere stata all’altezza ma anche dolore fisico per i punti, se ci sono; paura di non essere adeguata adesso che il grande momento è arrivato”. Talvolta è tale la stanchezza che ci si sente quasi risentite verso il bambino... sono tutte reazioni normali, statene certe.
Siete artefici di un evento straordinario e unico: la nascita di una nuova vita a cui sarete legate per sempre!
Vediamo insieme i primi momenti dopo il parto
Cosa succede alla mamma dopo un parto spontaneo
Dopo la nascita del bambino e la prima poppata, la neomamma è trattenuta per almeno un paio d’ore in osservazione nelle vicinanze della sala parto. È una misura precauzionale per monitorare che non si verifichino complicazioni. Se il bambino non ha problemi ve lo lasceranno vicino, e insieme a voi potrà stare anche il papà.
L’ostetrica o il ginecologo controlleranno le perdite di sangue dall’utero, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, il vostro stato di benessere generale. Verificato che tutto procede bene, tornerete in camera dove l’ostetrica vi darà alcune indicazioni preziose: quando e come alzarsi, gli orari delle poppate etc. Superato il primo momento di “euforia” sarete voi stesse a desiderare silenzio e riposo. È proprio il momento giusto per il papà di... andare a fare qualche telefonata per annunciare il lieto evento! Così potrete rimanere tranquille e recuperare un po’ di energia dopo la lunga fatica.
Dopo un primo riposo, un’infermierà vi aiuterà ad alzarvi la prima volta (meglio farlo il prima possibile approfittando della necessità di urinare): se avete partorito spontaneamente sarete comunque in grado subito di occuparvi di voi stesse e del neonato. Camminate per la stanza, guardate fuori dalla finestra, rimettete in moto il vostro corpo e i vostri sensi.
Approfittate dei 2-3 giorni previsti per la degenza post-parto per concedervi riposo e tranquillità, avendo come unica preoccupazione quella di godervi vostro figlio, imparare ad accudirlo grazie anche ai consigli preziosi di ostetrica e puericultrice, facendo tutte le domande che vi frullano per la testa, in modo da rientrare a casa serene e con tutte le informazioni indispensabili.
Nei giorni successivi di degenza
Un’ostetrica verificherà ogni giorno oltre alla vostra temperatura corporea, la pressione e la frequenza cardiaca, le perdite di sangue (lochiazioni) per controllare se sono regolari o abbondanti, l’involuzione dell’utero (basterà una semplice palpazione dell’addome) e la sutura (episiorrafia) qualora sia stata effettuata l’episiotomia.
A due giorni dal parto viene eseguito un prelievo di sangue e una visita ginecologica per controllare che tutto proceda bene e consentire la dimissione. Il periodo di degenza è normalmente di 3 giorni. Nel caso in cui il neonato debba essere mantenuto ancora sotto controllo, la mamma in genere resta in ospedale un po’ più a lungo.
In alcuni ospedali per qualche giorno dopo il parto vengono somministrati farmaci per far contrarre l'utero. Nelle donne che non possono allattare si somministrano farmaci per inibire la lattazione. Se vi è stata praticata l'episiotomia avrete dolore o fastidio nella zona perineale. Abbiate pazienza, starete molto meglio quando vi toglieranno i punti!
L'ostetrica controllerà giornalmente la ferita e vi insegnerà come tenerla pulita. Se ci sono punti con materiale non riassorbibile, di solito vengono rimossi prima della dimissione. Anche le eventuali emorroidi possono dare parecchio fastidio dopo il parto; se vi fanno male, chiedete all'infermiera di darvi una pomata lenitiva.
Che cosa succede dopo un parto cesareo
Dopo un taglio cesareo la degenza è un po' più lunga rispetto a un parto per via vaginale. Se avete fatto l'anestesia generale, per qualche ora vi sentirete piuttosto confuse, e rimarrete in uno stato di dormiveglia, mentre sarete del tutto coscienti se avete avuto l'anestesia spinale o peridurale. Il disturbo più frequente dopo l'intervento è rappresentato da dolori addominali, determinati dalla ferita e dalle contrazioni dell'utero che si sta rimpicciolendo; nei casi in cui il dolore sia insopportabile, il ginecologo somministrerà un antidolorifico. In alcuni reparti, inoltre, vengono somministrati antibiotici in dose unica o per qualche giorno. Per 1-2 giorni verrete nutrite per via endovenosa, ma potrete cominciare a bere piccole quantità di liquidi già qualche ora dopo l'intervento. Dopo un paio di giorni potrete mangiare qualcosa di leggero per passare, gradualmente, verso il 3° giorno ad un'alimentazione normale. Vi aiuteranno ad alzarvi il giorno dopo l'intervento, perché è importante riattivare la circolazione degli arti inferiori per evitare embolie. Nel giro di 4-5 giorni riprenderete a muovermi normalmente.
La ferita viene controllata tutti i giorni e, in alcuni casi, dopo 5 giorni si comincia a togliere qualche punto e dopo 7 giorni, se non ci sono complicazioni, si tolgono tutti. Invece dei punti ci possono essere delle graffette di metallo, oppure una sutura continua che, se è in materiale riassorbibile, non va rimossa.
La montata lattea avviene normalmente anche in caso di taglio cesareo. È possibile attaccare al seno il bambino subito dopo il parto, da sdraiate e questo è importante perché il riflesso della suzione è particolarmente forte in questo momento.
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Per sorridere. Le frasi sentite in sala parto
Un’ostetrica dell’Ospedale di Treviglio, appassionata del suo lavoro (e come darle torto!) ci ha raccontato alcune delle più belle frasi esclamate in sala parto da mamma e papà. Eccone alcune.
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I primi controlli del neonato
Subito dopo la nascita il bambino viene portato nell’ "isola neonatale" dove è lavato e sottoposto a una serie di controlli indispensabili per verificare il suo stato di salute.
In alcuni ospedali si permette al papà stesso di abbracciare il proprio neonato e portarlo all’isola neonatale per le prime cure.
L’indice di Apgar: la prima pagella!
L’indice di Apgar che prende il nome dall’ostetrica-anestesista che lo creò agli inizi degli anni ’50, valuta lo stato di benessere generale del bebé attraverso l’assegnazione di un punteggio a 5 principali parametri vitali: attività respiratoria, frequenza del battito cardiaco, tono muscolare, colorito e riflessi.
Il punteggio totale può arrivare ad un massimo di 10 punti (2 punti per ciascun parametro): i neonatologi/pediatri considerano ottimali tutti i valori superiori a sette. Il test viene effettuato subito dopo la nascita, dopo il taglio del cordone ombelicale ed eventualmente ripetuto alcuni minuti dopo per verificare l’adattamento individuale alle nuove condizioni fuori dall’utero materno.
Altri screening e dimissione
Registrazione dei parametri nelle prime due ore dalla nascita
Una volta registrato il punteggio di Apgar, sempre nell’isola neonatale, vengono registrati tutta una serie di parametri che saranno progressivamente aggiornati per tenere sotto controllo lo sviluppo del neonato: • il peso corporeo • la lunghezza • la circonferenza cranica. Prima di lasciare l’isola neonatale e comunque entro le prime due ore dalla nascita al piccolo verranno eseguite due semplici misure di prevenzione:
la somministrazione (con una piccola iniezione nella coscia o di alcune gocce per bocca) di vitamina K per la profilassi della malattia emorragica neonatale.
la somministrazione di un collirio antibiotico per la prevenzione della congiuntivite batterica.
Gli screening neonatali delle successive 48-72 ore
Tutti i neonati, prima della dimissione dall’ospedale, vengono sottoposti ad alcuni screening neonatali:
un piccolo prelievo di sangue capillare, necessario per l’esecuzione di alcuni esami di laboratorio utili per l’individuazione precoce del rischio di alcune malattie congenite (altrimenti difficili da diagnosticare) e per prevenire, o limitare, i danni conseguenti a tali patologie (fenilchetonuria, ipotiroidismo congenito, fibrosi cistica, sindrome adreno-genitale).
La diagnosi precoce in tutti questi casi è davvero fondamentale. L’esito del test non fornisce una diagnosi certa ma fornisce un indice di rischio; l’ esito positivo, quindi, non deve far pensare al peggio ma deve essere ritenuto un campanello per ulteriori approfondimenti che il pediatra indicherà.
Il test non invasivo della funzionalità uditiva, per valutare l’eventuale presenza alla nascita di un difetto uditivo di grado tale di interferire con il normale sviluppo del linguaggio. Viene eseguito con l’ausilio di un piccolo sensore inserito nel condotto uditivo esterno che rileva le emissioni acustiche dell’orecchio.
Il test del riflesso rosso, per controllare che l’occhio del neonato sia ben conformato. Con uno speciale appareccchio viene controllato il riflesso rosso del fondo dell’occhio.
Per saperne di più vi invitiamo a scaricare la brochure gentilmente messa a disposizione dall’Ospedale Niguarda “Benvenuti al nido” dove troverete molte altre informazioni utili per i neogenitori.
La dimissione
La dimissione del neonato avviene normalmente dopo 48-72 ore in caso di parto spontaneo e dopo 72-96 ore in caso di parto con cesareo. Può cambiare da struttura a struttura. In alcune strutture si sta sperimentando la dimissione precoce: la mamma esce con il bimbo il giorno dopo il parto e un'ostetrica del consultorio di zona va a visitarla ogni giorno controllando che tutto vada per il meglio.
Alla dimissione verranno fissati due appuntamenti (che la mamma può effettuare nella stessa struttura dove ha partorito ma anche presso un ambulatorio pediatrico o lo studio di un pediatra di sua scelta):
una visita di controllo del neonato;
un’ecografia delle anche quale screening per la lussazione congenita dell’anca.
A questo proposito già nelle prime ore dalla nascita il pediatra esegue la cosiddetta manovra di Ortolani: si tratta di un particolare movimento che lo specialista fa compiere alle gambine del neonato per verificare che la testa del femore sia ben centrata nella sua sede (acetabolo). Questa manovra è utile per la diagnosi precoce che andrà accertata con un’esame ecografico da fare entro 15 giorni dal parto.
Il legame affettivo mamma-bambino
Le prime ore di vita del piccolo sono le più gratificantI per iniziare a instaurare un rapporto con lui, per dare il via al vostro legame affettivo. Le prime due ore vengono trascorse in sala parto: in questo periodo sarà possibile effettuare il cosiddetto “contatto pelle-pelle (skin to skin)” come primo fondamentale momento di conoscenza che permette di innescare quella relazione potente, intima ed emotiva tra la mamma (e papà) e il suo bambino (bonding) che durerà tutta la vita. In alcuni ospedali, se la mamma ha fatto il cesareo, si permette al papà di accogliere il bambino con il contatto pelle-pelle, in attesa che la mamma esca dalla sala operatoria.
È ormai ampiamente accertanto anche dalla scienza che tutti i fattori che permettono al legame affettivo di stabilirsi (la vostra voce, il vostro odore, il tocco delle vostre mani, le carezze, le coccole, i massaggi etc) sono tutti gesti fondamentali per il vostro bambino, ma lo sono altrettanto per voi. Prima toccherete vostro figlio, lo terrete tra le braccia, lo cullerete e prima termineranno le perdite ematiche, l’utero si contrarrà più rapidamente e si verificherà la montata del colostro, presto seguita da quella lattea. Diventerete, inoltre, più esperte, nel maneggiare il bambino e lo aiuterete gradualmente ad abituarsi al nuovo ambiente.
Quando madre e figlio rimangono vicini e tranquilli nella prima ora dopo la nascita e possono farlo ancora spesso nelle successive 24-48 ore, il legame che si instaura è molto più forte di quando la vicinanza e il contatto si limitano al momento dell’allattamento.
In alcuni ospedali è previsto che il neonato stia in una culla nella stanza con la mamma (rooming-in). Naturalmente questo è possibile solo se vi sono delle camere singole o doppie; in questo caso solo il papà e poche persone possono entrare nella stanza, per evitare che il bambino ne sia disturbato.
Una buona alternativa alla pratica del rooming-in consiste nel nido aperto: i locali adiacenti alla nursery o il nido stesso, attrezzati con fasciatoio, diventano accessibili in qualsiasi momento alla mamma e al papà; un luogo ideale per il contatto prolungato tra genitori e neonato e per acquisire, con l'aiuto del personale medico ed infermieristico, esperienza e pratica nella gestione del proprio neonato (igiene, medicazione del cordone ombelicale, allattamento).
Colostro e montata del latte materno
Il latte materno rappresenta l'alimento di scelta per il neonato. I pareri al riguardo sono unanimi in tutto il mondo e nel corso del tempo si è accumulata una mole incredibile di dati e studi scientifici che di volta in volta ne hanno documentato i preziosi benefici per lo sviluppo e la crescita del neonato. Questi studi hanno ben evidenziato che il latte materno:
- costituisce un fattore di difesa contro le infezioni, soprattutto quelle dell'apparato gastrointestinale;
- è un fattore protettivo nei confronti delle allergie, in particolare quando esiste familiarità nel padre, nella madre e in altri familiari;
- previene l'eccesso di peso che il latte artificiale può determinare; anche se oggi sembra avere maggiore significato l'obesità dei familiari come componente costituzionale da tenere sotto controllo;
- previene la carie ed altri disturbi della dentizione;
- migliora l’acuità visiva;
- favorisce una crescita e uno sviluppo ottimali;
- favorisce il legame affettivo tra la mamma e il neonato.
Inoltre, la sua particolare composizione fa sì che si parli di "unicità del latte materno", nel senso che il latte di ogni mamma ha una formula esclusiva e unica per il suo neonato e si modifica, anche nella stessa giornata e con il passare del tempo, per esaudire le diverse esigenze del neonato; rappresenta quindi una formula di latte personalizzata per il proprio bambino.
Informazioni e consigli
Latte materno: vantaggi anche alla mamma
Tra i principali vi sono: una più rapida involuzione dell’utero dopo il parto; un più rapido recupero della linea; un effetto protettivo documentato sul cancro al seno in premenopausa e sul cancro all’ovaio e infine una maggiore praticità. Il latte materno, infatti è a costo zero, è ecologico e la mamma può allattare ovunque si trovi.
Dal colostro alla montata lattea
Nelle prime ore dal parto, il latte materno contiene molte proteine ed anticorpi ed è particolarmente denso; si chiama colostro. Il colostro placa la sete del bambino e svolge un’azione lassativa che aiuta il neonato a liberarsi del meconio e permette lo sviluppo di un’abbondante flora batterica intestinale senza che si sviluppino enteriti.
Nei 2 - 3 giorni successivi si schiarisce, diventa un cosiddetto latte di transizione, più ricco di zuccheri e di grassi; quindi si trasforma ancora nel latte maturo definitivo.
Il latte materno è sicuramente più digeribile di quello artificiale e con minor frequenza è responsabile delle coliche gassose tipiche dei primi mesi di vita del neonato; non determina stitichezza ostinata né diarrea, anche se spesso le scariche del bambino allattato al seno sono frequenti e semiliquide; è sempre a disposizione, quindi più comodo, ed è completamente gratuito.
Il latte materno costituisce il modello di riferimento per tutti i latti artificiali, i quali, per quanto ricostituiti per essere il più simili possibile, differiscono da esso e soprattutto non sono in grado di fornire anticorpi come quello materno.
Per garantirne tutti i benefici, occorre che l’allattamento materno sia precoce, cioè intrapreso appena possibile, l’ideale è entro la prima ora dopo il parto.
Se si decide di non allattare al seno
Se per qualsiasi motivo decidete di non allattare, nelle ore successive alla nascita al vostro bambino verrà dato un biberon e a voi sarà somministrato un farmaco per arrestare la montata lattea. Durante la degenza o al momento della dimissione, il pediatra vi consiglierà il tipo di latte da utilizzare a casa e vi darà una tabella da seguire con tutte le indicazioni utili.
Le domande più frequenti
- Che cosa si intende per puerperio?
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Il puerperio è quel particolare periodo della vita femminile che va dalla fine del parto alla ripresa del ciclo mestruale. Dura all’incirca 6-8 settimane, ma anche di più, dipende da donna a donna; in questo periodo l’intero organismo femminile subisce profonde modificazioni per riportare alla norma apparati e funzioni che durante la gravidanza hanno subito adattamenti anche notevoli sotto l’influsso degli ormoni. Il puerperio rappresenta quindi una fase delicata che richiede semplici ma indispensabili precauzioni.
- Si sente molto dolore dopo un parto cesareo?
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Le mamme che hanno subito il taglio cesareo raccontano di aver sentito un dolore molto intenso al ventre. Le cure durante la degenza si concentrano soprattutto sulla cicatrizzazione della ferita chirurgica. In questi primi giorni dopo il parto cesareo è vero che è importante alzarsi prima possibile, ma bisogna riposare molto e soprattutto non fare sforzi fisici e non sollevare nessun peso.
- Perché l’utero continua a contrarsi anche dopo il parto?
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Sta semplicemente cercando di tornare alla sua dimensione normale e visto che la sua parete è fatta di muscoli per fare questo si contrae anche in modo intenso, soprattutto durante le poppate: la suzione del bambino, infatti, lo stimola a contrarsi per tornare prima alla normalità. Le donne che hanno già avuto figli avvertono queste contrazioni con maggiore intensità; si tratta comunque di aspettare due o tre giorni e il dolore progressivamente diminuirà per sparire del tutto.
- Quanto dureranno le perdite di sangue?
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Dopo un parto si perde molto sangue ma non c’è da spaventarsi: è normale per “pulire” il corpo di tutto ciò che è rimasto dal parto. La durata di queste perdite (lochiazioni) è personale, varia da donna a donna ma in genere si risolvono progressivamente entro 4-6 settimane. Armatevi quindi di una scorta di assorbenti post-parto e cambiateli spesso. Potete comprarli alla farmacia dell’ospedale o se ci avete pensato prima nei negozi di puericultura. Ginecologi e ostetriche consigliano di utilizzare quelli in cotone e in fibre naturali più adatti in questo momento in cui le mucose sono particolarmente delicate: sono più confortevoli e limitano il rischio di irritazioni persistenti soprattutto nelle donne che hanno subito l’episiotomia. Fintanto che persistono le lochiazioni è meglio non fare il bagno e lasciare all’utero il tempo di richiudersi perfettamente. In questo modo ridurrete il rischio, più elevato in questo periodo, di infezioni genitali o altre complicazioni. In caso le perdite durino di più e soprattutto si mantengano abbondanti, siano maleodoranti e/o si associno a febbre consultatevi con il ginecologo o l’ostetrica.
- Chi esegue i primi controlli del neonato?
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Dipende da centro a centro. In alcuni il neonatologo o il pediatra è sempre presente a tutti i parti e quindi è questo specialista ad eseguirli appena nato il bambino. In altre strutture sono le ostetriche ad eseguire i primi test, sia la registrazione dell’indice di Apgar, sia il controllo degli altri parametri vitali sia le misure di prevenzione. Il neonatologo/pediatra visiterà il neonato nelle ore successive valutandone le competenze motorie, sensoriali e comportamentali per stabilire che tutto proceda bene. Il controllo dell’attacco del neonato al seno è sempre di competenza di un’ostetrica o di un’infermiera e viene eseguito spesso nelle prime 24 ore e successivamente in base alle singole necessità. Il personale è comunque sempre a disposizione della mamma e del papà per qualsiasi dubbio od esigenza.
- Quali vantaggi offre il nido aperto rispetto al rooming-in?
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Il “nido aperto” ha il vantaggio di consentire alla madre, quando lo desidera, di concedersi alcuni momenti da dedicare al riposo, al proprio partner e ai familiari amici che sono venuti a congratularsi per il lieto evento. Nel “rooming-in” il bambino rimane sempre con voi, giorno e notte, e in genere – ad eccezione del bagnetto che viene fatto dalla puericultrice o dalle infermiere, sarete voi a occuparvi di tutto, sempre naturalmente con l’aiuto di infermiere ed ostetriche. In caso di stanchezza, comunque, potrete chiedere di lasciare il bambino nella nursery e riposare. Le infermiere ve lo riporteranno quando avrà fame. In caso di cesareo, la prima notte dopo l’intervento il bambino rimarrà comunque nella nursery perché non sarete nelle condizioni fisiche di potervene occupare in modo autonomo.
- Quanto è importante il legame affettivo con il papà subito dopo la nascita?
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È molto probabile che il legame affettivo padre-figlio sia altrettanto importante del legame che si instaura con la madre. È dunque fondamentale che durante il periodo di maggiore sensibilità del bambino (le prime ore e i primi giorni dalla nascita) anche il padre lo tenga in braccio, lo guardi negli occhi, lo accarezzi, e gli faccia sentire il contatto con la propria pelle. Se il papà ha assistito al parto, ed è stato vicino alla sua compagna fin dal travaglio, è già un buon inizio, ma se vuole raggiungere lo stesso grado di sensibilità della madre dovrà fare molta attenzione agli stimoli che gli vengono dal bambino nelle prime settimane di vita e cercare di identificarsi il più possibile con il suo nuovo ruolo. Spesso la nascita di un figlio aiuta l’uomo ad esprimere emozioni che normalmente la società lo induce a reprimere.
- Come si effettua il riconoscimento del neonato?
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Il riconoscimento del neonato deve essere effettuato in genere presso l’ufficio nascita del reparto di Ostetricia dove è avvenuto il parto, entro il terzo giorno di vita del neonato. Sono necessari i seguenti documenti di entrambi i genitori: carta di identità o patente di guida tessera sanitaria Serve inoltre il verbale di assistenza al parto che viene redatto dall’ostetrica che ha seguito il decorso e deve essere firmato da entrambi i genitori. Per i cittadini stranieri occorrono anche il permesso di soggiorno ed il certificato di matrimonio per i coniugati. Verificate con anticipo l’orario di apertura dell’ufficio, che in genere è al mattino ma può cambiare da struttura a struttura. In alcuni casi, soprattutto nei centri piccoli, non è l’ospedale a farsi carico di denunciare in comune la nascita del bambino, ma deve essere uno dei genitori (in genere è il papà). Entro e non oltre 10 giorni dal lieto evento, dovrà recarsi all’ufficio anagrafe per consegnare il verbale di assistenza al parto e lo stato di famiglia in carta semplice.
- Dove è rilasciato il certificato di nascita?
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Il certificato di nascita viene rilasciato dall’ufficio anagrafe del comune di residenza. Vi sono riassunti i dati registrati sull’atto di nascita. Per ottenerlo basta presentare all’ufficio competente un documento di identità valido.
Il certificato di nascita è necessario per iscrivere il bambino al Servizio Sanitario Nazionale e, successivamente, all’asilo nido. - Qual è l’ufficio competente per avere il codice fiscale del neonato?
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Il codice fiscale viene rilasciato dall’Ufficio delle Imposte Dirette: basta compilare l’apposito modulo, presentando un documento di identità e lo stato di famiglia. Il codice fiscale è indispensabile per richiedere il libretto sanitario del neonato.
- A cosa serve il libretto sanitario del neonato?
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L’assistenza medica gratuita è un diritto per tutti i bambini che vengono al mondo; per usufruirne, in Italia bisogna essere iscritti al Servizio Sanitario Nazionale. A tale scopo, uno dei due genitori può recarsi alla ASL di zona, dove presenterà lo stato di famiglia e il codice fiscale del figlio. Sarà invitato a scegliere, nell’elenco a disposizione, il pediatra di fiducia; quindi gli verrà rilasciato il libretto (o tesserino) sanitario, da esibire ad ogni prestazione medica richiesta per il bambino.
- Come si fa a donare il latte materno se si ha in eccesso?
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Per tutte le informazioni necessarie ci si può rivolgere all’ Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato. L’A.I.B.L.U.D. ONLUS è un’associazione di utilità sociale e senza fini di lucro che si ispira alla Convenzione Internazionale dei Diritti dei Minori. Con la sua attività l’associazione vuole: promuovere e diffondere l’allattamento materno e la donazione del latte materno; promuovere e diffondere l’utilizzo del latte umano donato nei Centri di Neonatologia e, in particolare nelle Terapie Intensive Neonatali; favorire l’attività, il coordinamento, lo sviluppo delle Banche del Latte Umano Donato; promuovere studi e attività di ricerca sul latte umano e il suo utilizzo e iniziative di formazione e aggiornamento rivolte agli operatori sanitari dell’area materno-infantile.
- È proprio necessario rimanere in ospedale 2 o 3 giorni in caso di parto vaginale?
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Concedetevi del tempo, senza preoccuparvi. Le eventuali difficoltà emerse dopo il parto scompaiono in poche settimane e come confermano molte mamme “… saranno presto un vago ricordo”. La cosa più importante in questo momento è apprendere l’amore per il bambino, sentimento che per alcune mamme richiede un po’ di tempo. Come in ogni relazione che inizia, non è sempre un amore a prima vista ma c’è bisogno di tempo per conoscersi. Uno o due giorni in ospedale consentono di riposarsi, di riprendere le necessarie energie, di acquisire tutte le informazioni necessarie prima del rientro a casa, sempre impegnativo. È opportuno ridurre al minimo indispensabile le visite di parenti e amici in questo momento delicato (ma dipende da mamma a mamma: ad alcune fa molto piacere condividere da subito la propria gioia ad altre meno ed è necessario rispettare questo desiderio di riservatezza). È utile piuttosto dedicarsi a se stesse e alla cura del neonato su cui c’è tanto da imparare soprattutto se si tratta del primo figlio. Talvolta i neonati soffrono di ittero, assolutamente non grave nella maggior parte dei casi, ma potrebbe farvi rimanere qualche giorno in più in ospedale.
- Dopo quanto tempo ci si può alzare dal letto dopo il parto?
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Prima si fa meglio è, anche dopo un parto cesareo. Secondo il parere di ginecologi e ostetriche la ripresa è molto più rapida. Anche se vi sentite in piena forma però evitate di alzarvi da sole almeno la prima volta: magari non ve ne renderete conto ma siete state a lungo distese ed è facile che possiate sentirvi mancare una volta in piedi o dopo aver fatto qualche passo. Chiedete all’infermiera o a chi è vicino a voi di aiutarvi. Chi viene a trovarvi a avrà piacere nell’esservi utile in qualche modo: approfittatene e non fate le eroine.
- Come si attiva il riflesso di suzione del neonato?
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Si tratta di un riflesso primitivo presente sin dalla nascita strettamente connesso con il riflesso di rooting (sollecitato delicatamente vicino alla bocca, il neonato si volta nella direzione dello stimolo). Toccando con delicatezza il palato del neonato si attiva il riflesso di suzione che lo stimola ad attaccarsi al capezzolo della mamma. Molti bambini appena nati vengono adagiati sul petto materno e possono così nutrirsi immediatamente; in altri casi, occorre pazientare un po’ di più e incoraggiare il neonato alla suzione. L’allattamento materno stimola la secrezione di ossitocina e prolattina, gli ormoni coinvolti nella produzione e nella fuoriuscita del latte sostenendo l’allattamento al seno.
- Come si prevengono abrasioni e ragadi al seno?
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Per prevenire la formazione di abrasione e di ragadi conviene preparare il seno già durante gli ultimi mesi di gravidanza spalmando olio di mandorle e facendo spugnature. All’inizio dell’allattamento è piuttosto frequente provare dolore ai capezzoli; le piccole abrasioni sono molto fastidiose ma in genere guariscono con facilità. Soprattutto se siete al primo allattamento o avete la pelle particolarmente sensibile è facile che compaia all’inizio un’irritazione magari un solo capezzolo. In questi casi viene consigliato, prima di attaccare il bambino al seno, di premere manualmente un po’ di latte, spalmarlo sul capezzolo (contiene lisozima) e lasciarlo asciugare oppure fare delle spugnature alle mammelle. In ogni caso occorre fare attenzione che il bambino si attacchi bene al capezzolo, la maggior parte delle irritazioni derivano dal fatto che il bambino non si attacca in modo corretto. L’ostetrica potrà anche consigliarvi olio di mandorla o una pomata lenitiva in caso l’irritazione persista. Ben diverso è il caso delle ragadi che sono dei veri e propri taglietti che possono comparire a raggera intorno al capezzolo: rendono l’allattamento molto doloroso e rappresentano una porta d’ingresso per microbi e germi che possono a loro volta provocare un’infiammazione generalizzata della mammella (mastite). Per cercare di prevenire le ragadi è molto importante che il bambino sia attaccato al seno correttamente ovvero con la bocca che copra almeno i due terzi dell’areola con il capezzolo ben al centro. Solo così esercita una pressione omogenea senza danneggiare i tessuti materni. Se si sente dolore è meglio staccare il piccolo e riattaccarlo nella posizione corretta. Se le ragadi sono già comparse allattare diventa molto doloroso. In questo caso è meglio chiedere consiglio alla ostetrica o a una delle Associazioni di Consulenti per l’Allattamento. Esistono alcune soluzioni come speciali capezzoli di silicone atossico sterilizzabile che permettono al piccolo di succhiare senza toccare il seno oppure tiralatte muniti di tettarelle; inoltre, tra una poppata e l’altra può essere utile una pomata cicatrizzante ma prima di provare di tutto, magari non risolvendo nulla, è sempre meglio chiedere un consiglio personalizzato.
- Dopo il parto tutte le donne soffrono di incontinenza da sforzo?
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Le donne che partoriscono per via vaginale possono spesso soffrire momentaneamente di una leggera e temporanea incontinenza urinaria, perché il collo della vescica si è dilatato durante il parto ed è stato spinto verso il basso dalla pressione esercitata dal bambino durante il passaggio attraverso il canale del parto. In genere, questa condizione di manifesta come incontinenza da sforzo, con lievi perdite di urina quando si ride, si tossisce o starnutisce o di fanno movimenti bruschi. Grazie agli esercizi per tonificare il pavimento pelvico (esercizi di kegel) si potrà riacquistare il controllo totale della vescica: prima li inizierete e prima ne avvertirete i benefici. Qualora i sintomi dell’incontinenza persistessero, nonostante gli esercizi, con pesanti ripercussioni sulla qualità di vita (perdite di urina, paura di uscire di casa per il rischio di perdite imbarazzanti di pipì) consultate il medico o uno specialista per un consiglio personalizzato.
- Perché si dice che la donna dopo il parto abbia un crollo degli ormoni?
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Dopo il parto i livelli di estrogeni, progesterone e altri ormoni della gravidanza diminuiscono drasticamente; tra gli effetti vi sono la contrazione dell’utero e l’aumento del tono muscolare della parete pelvica. Anche il volume del sangue materno, che era aumentato durante la gravidanza per andare incontro alle esigenze del feto, rientra nella norma. Si ritiene che questo rapido calo dei livelli ormonali influisca sulla depressione post-partum ma non si conosce il motivo per il quale alcune donne sono più sensibili a questo improvviso cambiamento. Sicuramente la predisposizione e la fragilità emotiva presenti già prima della gravidanza in alcune donne possono determinare una maggiore evidenza e persistenza della depressione post-partum.