Corso di preparazione al parto

10. Il ritorno a casa: le prime settimane

Le tue carezze sono come l’aria, mamma, ne ho sempre bisogno.

Le prime settimane dopo il parto

Una volta tornati a casa, mamma e bambino iniziano una nuova vita insieme. Le prime settimane possono essere estenuanti, soprattutto perché la neomamma attraversa diversi cambiamenti fisici ed emotivi. Gli sbalzi ormonali, le nuove responsabilità e la carenza di sonno hanno un notevole impatto sulla donna.

Il ritorno alla normalità

Le perdite di sangue (lochiazioni)

Le perdite ematiche (lochiazioni) possono durare da 2 a 6 settimane dopo il parto, dapprima di colore rosso vivo, più abbondanti, poi si riducono e diventano rosate e infine biancastre, cremose prima di cessare del tutto. Tracce di sangue possono, tuttavia, persistere per altre 2-3 settimane. Se persistono abbondanti, sono dolorose o diventano maleodoranti è meglio rivolgersi al ginecologo o all’ostetrica.

Utero e apparato genitale

L’utero riprenderà le sue dimensioni normali come prima della gravidanza nell’arco di circa 6 settimane; in concomitanza con la sua riduzione si possono avvertire crampi simili alle contrazioni che sono da considerarsi normali. La retrazione uterina è facilitata dall’allattamento al seno grazie alla produzione di ossitocina che stimola la contrazione muscolare dell’utero. Se al momento del parto vi hanno fatto l’episiotomia, la cicatrice inizialmente sarà dolorante, si tratta di avere un po’ di pazienza.

La vulva e la vagina

Riacquistano in fretta il loro tono, dimensione e colorazione per la riduzione dell’apporto di sangue (iperemia) e di liquidi (edema) che si erano accumulati durante la gravidanza. Dopo il parto l’utero non comprime pià la vena cava inferiore e questo ha come conseguenza positiva la rapida regressione delle varici pelviche e di quelle vulvari e anche di quelle degli arti inferiori (dovute a fattori predisponenti ereditari). In ogni caso è importante che la puerpera non stia troppo in piedi ed eviti di indossare scarpe troppo strette, senza tacco o con tacchi troppo alti. Il movimento moderato e regolare è sempre una buona abitudine (sicuramente l’ostetrica vi avrà indicato alcuni esercizi utili in questa fase come per esempio la classica “bicicletta” da fare sdraiate sulla schiena); utile anche tenere le gambe leggermente sollevate quando ci si draia eindossare calze riposanti.

Il ritorno del ciclo mestruale

La prima mestruazione dopo il lieto evento viene chiamata capoparto. Non c’è un intervallo fisso valido per tutte le donne ma varia da donna a donna, da gravidanza a gravidanza. In genere, ma non vale per tutte le donne, se si allatta il ciclo ricompare alla fine dell’allattamento ma può farlo anche primo o qualche mese dopo; se non si allatta, le mestruazioni ricompaiono in genere dopo circa due mesi dal parto. I cicli successivi possono essere irregolari, come ritmo, durata e/o quantità o, viceversa, possono essere più regolari di quanto non fossero prima della gravidanza.

Funzione urinaria e intestinale

Nelle prime settimane la minzione potrà essere un pò faticosa. Nel primo periodo la vescica risente di eventuali piccoli traumi provocati durante il parto. Il consiglio del ginecologo e dell’ostetrica è quello di urinare quanto più spesso possibile per eliminare tutti i liquidi che si sono accumulati in tutto l’organismo durante la gravidanza e che ora sono in eccesso. Quindi il bisogno di urinare più spesso del solito è normale in questo periodo e va assecondato senza trattanere la pipì troppo a lungo. La quantità di urina prodotta può essere notevole: si arriva anche a 3 litri nell’arco di una giornata. È un disagio momentaneo: entro breve tempo, infatti, la funzione urinaria tornerà in modo spontaneo alla normalità. La stitichezza è un problema piuttosto comune nelle prime settimane soprattutto in chi tendeva ad avere questo disturbo anche prima della gravidanza. È il momento opportuno per variare la propria dieta ed eventualmente chiedere consiglio al medico. È sicuramente utile bere più del solito (acqua in abbondanza anche a digiuno, iniziando dal mattino appena sveglie prima di fare colazione) ma anche seguire una dieta ricca di cereali integrali (pane, pasta), fibre (frutta e verdura cruda e cotta per esempio molto salutari prugne, pere, uva, pomodori, insalate verdi etc). Un altro disturbo frequente anche nel puerperio sono le emorroidi: come abbiamo visto nella lezione n. 2 possono evidenziarsi già in gravidanza e dilatarsi ancora di più nella fase espulsiva del parto. Tendono a migliorare anche se con lentezza, in caso persistano troppo è meglio rivolgersi al medico e non soffrire in silenzio. Senza dubbio vi raccomanderà di mantenere la regolarità dell’interstino con una dieta adeguata. Per alcuni consigli utili, potete scaricare la scheda consiglio per la mamma: LE EMORROIDI, della lezione n. 2. Oltre alla dieta, anche il movimento e un’attività fisica regolare aiutano a migliorare i disturbi intestinali.

Cuore, circolazione e funzione respiratoria

Nei primi giorni dopo il parto potreste sentire una sensazione di affanno nel respirare. È un effetto del dopo parto: se durante la gravidanza vi siete abituate a respirare “per due”, subito dopo il lievo evento, il vostro corpo si trova da un lato con una quantità di sangue in eccesso e dall’altro con un minor bisogno di ossigeno da parte vostra. Normalmente il cuore non ha alcuna difficoltà a far fronte alla nuova situazione nell’arco di alcuni giorni. Solo chi soffre di cuore o di ipertensione avrà bisogno di un’attenzione maggiore da parte del medico specialista.

chiudi

Dal baby-blues alla depressione post-partum

Nelle settimane dopo il parto l’umore della neomamma può subire delle alterazioni: nella maggior parte dei casi lievi e transitorie (baby blues o mamy blues o maternity blues) ma a volte gravi e debilitanti (depressione post partum vera e propria che colpisce il 13% delle neomamme). Per questo qualunque indizio di disagio, anche se lieve deve essere preso in considerazione. Se la tristezza e la sensazione di non farcela persistono è opportuno affidarsi all’aiuto di un medico o rivolgersi allo stesso ospedale dove si è partorito.

Informazioni e consigli

Baby blues/Mamy blues

Tristezza, crisi di pianto, malinconia sono piuttosto comuni nelle settimane successive al parto (70-80% di tutte le neomamme); a volte l’umore è tanto mutevole da alternare d’improvviso tristezza ed euforia. Inoltre non è raro sentirsi stanche ed irascibili a causa delle fluttuazioni ormonali e dell’inevitabile mancanza di riposo. Questo malessere è temporaneo e di solito scompare progressivamente entro poche settimane.

Visualizza la scheda “Piccole strategie per combattere tristezza, sbalzi d’umore e depressione”.

Depressione post-partum vera e propria

La depressione post partum ha una durata e un’intensità maggiore rispetto al baby blues, tende a ripresentarsi e si manifesta soprattutto in donne più fragili dal punto di vista emotivo, con una predisposizione ai disturbi dell’umore e/o con una storia familiare e personale di depressione. Tra le altre cause riconosciute, oltre alle variazioni ormonali tipiche del puerperio (il crollo dei livelli di progesterone ed estrogeni dopo il parto), vi sono altri fattori di ordine biologico ma anche psicologico e psicosociale. Molti studi hanno infatti dimostrato una correlazione di questo disturbo con condizioni stressanti di vita della donna (preoccupazioni di lavoro o economiche, lutti recenti, insoddisfazione matrimoniale, etc), precedenti episodi di ansia e depressione, bassa autostima o anche avere affrontato una gravidanza che, inconsciamente o meno, non è stata pienamente desiderata. Secondo alcuni studi la depressione post partum potrebbe dipendere anche dalla variante di uno o più geni presenti nel DNA della donna.

Donne e condizioni più a rischio di depressione post partum (oltre ai fisiologici cali ormonali di estrogeni e progesterone, gli ormoni sessuali femminili)

  • Disturbi depressivi precedenti alla gravidanza e al parto
  • Altri disturbi psicologici (per es: attacchi di panico, disturbi ossessivi compulsivi e altre psicosi)
  • Tendenza all'isolamento, rifiuto dell'aiuto degli altri
  • Disagi familiari presenti o alle spalle
    Prima gravidanza
  • Gravidanze non programmate o non volute
  • Traumi psicologici (per es: perdita di un familiare o del lavoro)
  • Condizioni socioeconomiche sfavorevoli
    Donne soggette a sindrome premestruale (cioè a cambiamenti di umore e disturbi come mal di testa e di pancia nei giorni precedenti l'inizio del ciclo)
  • Donne con profilo ansioso e irritabile
    Abuso di alcolici, fumatrici o droghe
    Tiroidite post partum, una forma di infiammazione autoimmune della tiroide (ghiandola posta alla base del collo) che può colpire anche 1 caso su 10 delle neomamme

La depressione post-partum vera e propria si manifesta entro sei mesi dopo il parto (spesso tra la 6a e la 12a settimana post partum) con una sintomatologia variabile da donna a donna che può comprendere scarso interesse per il bambino, spossatezza, inappetenza, ansietà ed insonnia etc. Nei casi più gravi il senso di inadeguatezza nei confronti del bambino genera un senso di colpa nella mamma che acuisce il problema e genera anche pensieri negativi. La miglior cura è la prevenzione. Per questo è fondamentale anche da parte dei familiari e degli amici riconoscere per tempo (magari già prima della gravidanza o durante i nove mesi di attesa) fattori ed elementi di rischio che consentono di intervenire in anticipo sullo sviluppo della depressione post partum. La terapia esiste, l’importante è parlarne con il medico o con gli psicologi a disposizione nella stessa struttura dove si è partorito. In genere il servizio è gratuito. Il problema può essere risolto del tutto e la soluzione è personalizzata sulle esigenze individuali della singola mamma: l’importante è riconoscere di avere bisogno di aiuto.

Prevenire la depressione post partum è possibile

Molti ospedali si sono organizzati con programmi specifici di collaborazione tra reparti per mettere a disposizione delle mamme uno psicologo che partecipa all’attività ambulatoriale lungo il percorso di visite che anticipano la nascita e seguono dopo la nascita. Il suo ruolo è soprattutto quello di sensibilizzare le donne a non temere il periodo post partum sostenendole e offrendo loro un punto di riferimento qualificato per qualsiasi necessità. Non solo, in molti ospedali, per esempio il Niguarda di Milano e l’Ospedale di Treviglio viene condotta sistematicamente un’attività di formazione e di aggiornamento per ginecologi, ostretriche ed infermieri per conoscere bene il disturbo e quindi potersi relazionare nel modo più corretto possibile con le madri che abbiano un profilo più a rischio. Questa attività è preziosa anche perché consente di riconoscere quei fattori che fungono da campanelli d’allarme su cui è necessario richiamare l’attenzione dello psicologo in tempo per poter prevenire la manifestazione del problema.
Tra le donne più a rischio sono state negli ultimi anni identificate anche le donne immigrate che spesso non godono di un supporto familiare o non conoscono i servizi a disposizione o hanno difficoltà ad utilizzarli.

La campagna di sensibilizzazione dell’Osservatorio O.N.Da

“La gravidanza rappresenta un periodo di profondi cambiamenti fisici e psicologici, spesso sottovalutati ….” ha sottolineato Francesca Merzagora, Presidente di O.N.Da - Osservatorio Nazionale della Salute della Donna - in più di un’occasione “… un ritardo diagnostico di un disturbo dell’umore può, però, avere importanti ripercussioni sulla donna e sul nascituro.” Per questo l’Osservatorio ha promosso il progetto “A smile for Moms”, un’iniziativa patrocinata dal Ministero della Salute che intende promuovere la ricerca sulla depressione post partum, offrire aiuto, servizi e centri di ascolto alle donne e aiutare i medici a riconoscere e trattare il disturbo nel modo migliore possibile. Il progetto ha previsto un sito a disposizione di tutte le mamme – www.depressionepostpartum.it – dove possono trovare le informazioni di cui hanno bisogno. Il sito nasce con l’obiettivo di fare interagire le mamme in attesa e le neo mamme che abbiano l’esigenza di confrontarsi su queste problematiche. Vuole trasmettere il messaggio che le donne non sono sole e che è possibile condividere le proprie paure, consultarsi con un’esperto e uscire da questo momento di depressione innescato da un evento di grande gioia. Il sito raccoglie anche progressivamente l’elenco di tutti i centri di riferimento di Milano, Torino, Pisa, Napoli, Catania e Ancora nella cura di questa problematica.

chiudi

L'igiene del neonato

Nei primi mesi di vita sono molto importanti i momenti di igiene del bambino, che scopre così il piacere di sentirsi pulito, rilassato, felice.
Ogni occasione di pulizia rappresenta un’opportunità di contatto, di dialogo fra mamma e bambino, rafforza il loro legame affettivo. Per tale motivo è importante dedicare al bagnetto tutto il tempo e l'attenzione di cui si dispone, approfittando per parlare e giocare con il bambino, facendogli sentire la propria presenza e la gioia nell’accarezzarlo e massaggiarlo delicatamente.

Informazioni e consigli

Come fare il bagnetto al neonato

Durante i primi giorni a casa, quando il moncone ombelicale non è ancora caduto, è bene non fare il bagnetto completo (a immersione) al bambino ma lavarlo con il doccino e procedere alla disinfezione del moncone ombelicale come avete visto nella Lezione n. 9.
Dopo una settimana dalla caduta del moncone è possibile fare il suo primo bagnetto completo.

  • Tenete tutto l’occorrente a portata di mano, per evitare di dover fare troppe manovre mentre tenete il bambino e non lasciate mai il neonato solo nell’acqua.
  • Immergetelo nell’acqua gradualmente tenendogli la testa sollevata e appoggiata all’avambraccio.  Mentre una mano afferra saldamente la spalle e il braccio sinistro del bambino, l’altra si mette sotto le cosce e le natiche.
  • Non esiste un momento ideale per fare il bagnetto anche se è consigliabile farlo prima del pasto serale: è il momento della giornata in sui si è meno affaccendati e anche il papà, se lavora fuori può parteciparvi. Inoltre il bagno rilassa il bambino e ne concilia il sonno.
  • La pulizia va fatta tutti i giorni, compreso il lavaggio della testa, utilizzando dei saponi liquidi a pH neutro non schiumogeni.
  • La durata del bagnetto all’inizio sarà di pochi minuti perché il neonato si raffredda subito e durerà sempre di più man mano che cresce, ma non oltre i 10-15 minuti.
  • Finito il bagnetto, per estrarlo dalla vasca prendetelo saldamente con le mani, perché la pelle è scivolosa e avvolgetelo in un asciugamano morbido, tamponantelo e massaggiatelo con delicatezza: una manovra che gli piacerà moltissimo. Indugiate nelle coccole, è un momento di grande gioia e serenità.
  • Si consiglia di fare il bagnetto completo in una vaschetta per bambini, pratica e su misura per il neonato, di gomma o di materiale plastico, inserita in una fasciatoio o comunque su un piano stabile e grande.
  • Non usate spugne per lavarlo che possono diventare ricettacoli di germi, piuttosto una manopola di tessuto spugnoso e morbido che farete asciugare bene tra un lavaggio e l’altro.
  • Non usate borotalco perché crea una pellicola che impedisce alla pelle di respirare e può essere pericoloso se il bambino lo inala.

La pulizia degli occhi
Se sono presenti delle secrezioni, gli occhi vanno puliti utilizzando garze sterili e soluzione fisiologica.
La pulizia del naso
Va pulito quando vi sono secrezioni utilizzando qualche goccia di soluzione fisiologica o isotonica di bicarbonato, per migliorare la fluidificazione del muco e per favorirne la rimozione. Evitare l’uso di qualsiasi corpo estraneo.
La pulizia delle orecchie
Vanno pulite solo esternamente utilizzando una garza imbevuta con acqua.
Non vanno assolutamente utilizzati bastoncini di cotone idrofilo (cotton-fiock) o altro materiale estraneo.

La cura delle unghie

  • Si consiglia di aspettare 10-15 giorni dopo la nascita prima di tagliarle.
  • Vanno utilizzate forbicine a punta arrotondata facendo attenzione a non avvicinarsi troppo al polpastrello e a non tagliarle agli angoli (“unghia quadrata” come in figura).
  • Se il bambino è particolarmente vivace e temete movimenti bruschi potete optare per una limetta per unghie a grana non troppo grossa.
  • Non è un’operazione gradita al neonato quindi è meglio farla dopo il bagnetto quando il bambino è più rilassato e le unghie sono ammorbidite dall’acqua.

Per saperne di più

Quando il neonato entra in casa i problemi pratici da affrontare sono molti e la mancanza di informazioni corrette può creare incertezze ai genitori e disagi per il nuovo arrivato. La famiglia deve conoscere tutto ciò che è necessario per le cure quotidiane del bambino e per farlo vivere in un ambiente sicuro, permettendogli di affrontare serenamente le prime piccole, grandi incertezze della vita quotidiana.

Quando nasce un bambino
Una corretta informazione riveste un’importanza fondamentale per tutelare la salute dei cittadini in generale e dei bambini in particolare. Da questa consapevolezza il Ministero della Salute ha realizzato la guida “Quando nasce un bambino” che raccoglie utili consigli per i neogenitori, e informazioni sulla crescita del bambino nel primo anno d’età.
Questi gli argomenti della guida (salute.gov.it): • Preparazione dell’ambiente domestico • Igiene del neonato • L’allattamento • Vaccinazioni • Primi malanni, prime cure, prime medicine • Consigli pratici per la prevenzione degli incidenti domestici • Informazioni sull’evoluzione psico-fisica del bambino • Piccolo glossario.

chiudi

L’igiene intima e la cura personale

Subito dopo un parto è possibile curare la propria igiene personale come sempre: fare la doccia, lavare i capelli avendo cura di usare un detergente non aggressivo e il meno schiumogeno possibile. Alle donne che hanno subito l’episiotomia o il taglio cesareo viene consigliato di aspettare 15 giorni prima di fare il bagno completo per evitare macerazione nella zona dei punti.
Durante le prime settimane dal parto, spesso si verifica un aumento della sudorazione; è una reazione del tutto normale dell’organismo che aiuta ad eliminare i liquidi accumulati durante la gravidanza, ora diventati inutili e in eccesso. Il gonfiore alle gambe e alle caviglie si riassorbe piuttosto in fretta e altrettanto rapidamente, i lineamenti del viso e delle mani riacquistano il loro aspetto normale.

L’igiene intima durante il puerperio

Dopo un parto è importante mantenere un’accurata igiene della zona genitale perché il canale cervicale è ancora allargato, non è protetto dal tappo di muco che normalmente lo isola dall’esterno ed è quindi molto più vulnerabile alle infezioni.

PRINCIPALI CONSIGLI DI OSTETRICHE E GINECOLOGI
Fin dall’inizio è bene lavarsi mattina e sera con acqua e sapone o detergente a pH acido o con una soluzione disinfettante adatta (in molti ospedali consigliano la clorexidina ad esempio) e asciugarsi tamponandosi con delicatezza, senza strofinare.
Ogni volta che fate pipì sciacquatevi con sola acqua corrente tiepida.
È molto importante continuare ad utilizzare la carta igienica con un movimento che vada dall’avanti (vagina) all’indietro (ano) e non viceversa per evitare che residui di feci entrino in contatto con la zona vulvare. Lo stesso vale quando si fa il bidet. È una norma igienica basilare che andrà rispettata sempre, non solo in questo delicato periodo.
Finché dureranno le perdite di sangue (lochiazioni) andranno usati assorbenti esterni; cambiateli spesso, almeno ogni 2-3 ore. Il ristagno prolungato di sangue a contatto con le delicate mucose può causare irritazioni, arrossamenti, prurito e bruciore.
Il consiglio è quello di usare assorbenti di cotone avvolti in una garza a rete che sono molto più morbidi e non causano irritazioni.
Se i punti dell’episiotomia fanno male, si può ricorrere a degli impacchi freddi con tintura madre per esempio di calendula che danno sollievo e hanno un effetto decongestionante e lenitivo.
Eseguire gli esercizi per la rieducazione del perineo (vedi pagine successive) favorisce una più rapida cicatrizzazione.
Per chi allatta a queste piccole norme si sommeranno quelle legate alla cura del seno (vedi pagina successiva).

LE COSE DA NON FARE
Evitate talco borato, creme o pomate sulla zona dei punti: possono irritare la cute, favorire infezioni o fenomeni di intolleranza o di allergia.
Sono da evitare le irrigazioni e le lavande vaginali (salvo diversa indicazione del medico o dell’ostetrica). Rallentano il ritorno alla normalità dell’ambiente vaginale e possono veicolare germi all’interno dell’utero.

chiudi

La cura del seno

Iniziando ad allattare, dovrete prestare particolare attenzione alla cura del seno. Comprate almeno due reggiseni con l’apertura anteriore (chiedete consiglio per il tipo e per la misura nei negozi specializzati), e curate l’igiene quotidiana di seno e capezzoli. Maneggiate sempre le mammelle con delicatezza, tamponatele dolcemente. In caso di necessità, inserite dei dischetti di garza nelle coppe del reggiseno in modo da assorbire il latte che potrebbe gocciolare. Cambiate spesso i dischetti. Non trattate i capezzoli con creme, pomate, soluzioni alcoliche o disinfettanti perché non danno beneficio, possono dar fastidio al bambino e alterano le normali difese della pelle, distruggendo gli acidi grassi – che proteggono, lubrificano e mantengono i capezzoli morbidi ed elastici; tuttavia se avete capezzoli molto asciutti potete applicare alle garze qualche goccia di olio di oliva.

Capezzoli arrossati e dolenti

Allattare al seno non dovrebbe essere doloroso. Tuttavia le prime volte può capitare di avvertire fastidio nel momento in cui il bambino si attacca alla mammella. Questa sensazione scompare abbastanza in fretta, dopodiché la poppata non è più dolorosa. Se invece continua a fare male, probabilmente il bambino non è attaccato in modo corretto.

Il bambino è attaccato correttamente al seno quando:

  • la bocca è ben spalancata;
  • il mento tocca il seno; il labbro inferiore è estroflesso (rivolto in fuori);
  • la parte superiore dell’areola (la pelle scura attorno al capezzolo) è sempre più visibile di quella sotto il labbro inferiore;
  • il modo di succhiare varia, passando da movimenti di suzione brevi a movimenti lunghi e profondi con pause.

Se il dolore persiste ancora, vi consigliamo di rivolgervi all’ostetrica o all’ospedale dove avete partorito o ad una associazione che si occupi di allattamento materno. Ve ne indichiamo di seguito alcune tra le più efficienti e presenti sul territorio:
La Leche League, Lega per l'Allattamento Materno.
Associazione Italiana Consulenti Professionali in Allattamento Materno (AICPAM).
MAMI - Movimento Allattamento Materno Italiano

Per evitare l’insorgere di infiammazioni e di ragadi si può utilizzare, tra una poppata e l’altra, un emolliente (per es: olio di mandorle dolci o burro di karité) rimuovendono l’eccesso con una garzina prima di allattare.
Se i tessuti dell’areola e del capezzolo, particolarmente fragili, iniziano a irritarsi, potete fare un impacco tiepido, 2-3 volte al giorno a base di achillea, malva o camomilla (hanno proprietà decongestionanti e rinfrescanti) oppure a base di calendula (proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti).
I capezzoli vanno mantenuti ben asciutti: l’ideale sarebbe lasciarli all’aria dopo l’allattamento.
Evitate, infine, il contatto diretto con tessuti sintetici e/o con coppette assorbilatte foderate di plastica che non lasciano traspirare e formano un microclima dannoso.

chiudi

La rieducazione del pavimento pelvico

Abbiamo già parlato estesamente nella Lezione n. 7 di che cosa sia il pavimento pelvico (perineo) e di quanto importanza rivesta rinforzare con gli esercizi di Kegel la sua tonicità in corso di gravidanza. Altrettanto importante è rieducare il perineo dopo il parto che ne ha messo a dura prova la resistenza, la tenuta e la tonicità. È importante riprendere al più presto gli esercici di contrazione e di rilassamento della zona perineale per prevenire eventuali problemi successivi come il prolasso e l’incontinenza urinaria. Anche se dopo il parto, non notate problemi di incontinenza, l’esercizio aiuta a riprendere forza, a curare la schiena, spesso indolenzita dopo una gravidanza e dopo il rientro a casa dal parto, considerati i numerosi sforzi che una mamma affronta nella vita quotidiana. Approfittate di farli in ogni occasione Dopo il corso di preparazione alla gravidanza avrete ormai consapevolezza del vostro perineo. Se ci pensate, questi esercizi hanno il bello che si possono fare anche in mezzo alla gente, senza che qualcuno lo noti, per esempio durante i tempi morti: quando fate la fila alla cassa del supermercato o aspettate alla fermata dell’autobus o del treno, o guardate le vetrine, provate ad attivare gli sfinteri e poi a rilassarli. Se vi verrà da starnutire o tossire, attivate prima con forza il perineo e potrete constatare che è già diventato più forte. Quando dovrete sollevare il vostro bambino, provate a immaginare un collegamento tra le vostre mani attraverso le braccia, il busto, l’addome fino al perineo; sollevatelo contraendo il perineo ed espirate lentamente mentre fate lo sforzo. Ulteriori consigli potete trovarli nel libro di Veronica Wiethaler: “Il pavimento pelvico. Come rivitalizzarlo e rinforzarlo”. Morlacchi Editore, 2010.

chiudi

Dimagrire dopo il parto

In generale la questione del peso dopo il parto non deve diventare un’ossessione: se l’aumento durante la gravidanza è stato contenuto, ci si è alimentate bene e si è continuato a fare movimento e attività fisica per quanto moderata, il ritorno al proprio peso forma avverrà in modo abbastanza semplice e naturale.
La piena ripresa della vostra forma fisica è già prevista nell’ordine naturale delle cose (avete partorito non siete convalescenti!) e basterà favorirla con una pratica costante di pochi, semplici esercizi, senza eccessi né ossessioni.

Dieta e movimento: l’accoppiata sempre vincente

Ritrovare la forma dopo un parto non è impossibile. L'importante è alimentarsi in modo sano (sia che allattiate sia che non allattiate) e dedicare almeno 10 minuti al giorno all'esercizio fisico. Se finora non avete mai fatto troppa attenzione a quello che mangiate, adesso è il momento giusto per farlo. Chiedete consiglio a un dietista per imparare ad associare correttamente gli alimenti e per ricevere dei consigli personalizzati. Sane abitudini alimentari sono importanti per voi e lo sono altrettanto per il vostro bambino che crescerà sano, forte e normopeso.

È fondamentale non sottoporsi a diete drastiche (consiglio valido sempre) ma imparare a cambiare la propria alimentazione in modo da essere soddisfatti di ciò che si mangia.

Per riabituarvi progressivamente al movimento, potete fare belle e lunghe passeggiate: camminare è una delle attività più semplici, economiche e salutari per agevolare la ripresa fisica e favorire il buon umore, a detta di tutti gli Esperti. Perfino l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo raccomanda. Cinquemila passi sono il ‘minimo sindacale’, ma diecimila, anche non continuativi, sarebbero l’ideale. L’andatura perfetta è quella costante, a quattro chilometri all’ora, che corrisponde a quella che si tiene quando si porta a passeggio il cane; è un toccasana ‘sciogli-adipe’ che fa spendere la maggiore percentuale di calorie derivate dai grassi.

Un’altra attività molto indicata è la danza: anch’essa fa bene al fisico e allo spirito.
In generale qualunque attività fisica, svolta regolarmente e senza strappi è utile a riacquistare una buona forma. Appena ci si sente in forze è bene anche riprendere le attività fisiche e sportive che si praticavano prima della gravidanza o approfittare proprio di questo periodo per iniziare magari in compagnia di un’amica: condividere questi momenti aiuta a mantenere alta la motivazione.
Per ridare tono e forma normali alla pancia in poche settimane sarà utilissimo riprendere gli esercizi imparati durante il corso di preparazione al parto (vedi Lezione 7: tecniche ed esercizi di preparazione al parto) che rinforzano la muscolatura addominale.

chiudi

La nuova coppia e la sessualità dopo il parto

La nascita di un bambino influisce profondamente sui rapporti della coppia. L’uomo po’ sentirsi trascurato e la donna, oltre ad essere assorbita dal neonato che dipende in tutto e per tutto da lei, si trova a fare i conti con importanti modificazioni fisiche e psicologiche. La stanchezza delle prime settimane, l’allattamento, la sutura dell’episiotomia, il cambio delle abitudini non aiutano la donna a ritrovare l’armonia con se stessa soprattutto se a queste ragioni si sommano anche altre motivazioni, più intime, più difficili da esprimere come la scarsa autostima, la paura di sentire dolore, il timore di non piacere più come prima. Ogni coppia ha tempi e modi propri per ristabilire una nuova intesa sessuale: la cosa importante è rispettarli. In genere si consiglia l’astensione dei rapporti finché non cessano le lochiazioni e la donna non abbia fatto una visita di controllo ginecologica che attesti il ritorno alla normalità delle parti intime.

La contraccezione dopo un parto
Durante il puerperio la fertilità è ridotta ma non bloccata. Per questo motivo prima di riprendere i rapporti sessuali è bene scegliere un metodo contraccettivo che risponda alle proprie esigenze. La scelta è davvero vasta come potrete appurare ascoltando le interviste al nostro Esperto.

chiudi

Le domande frequenti

Che cos’è la crosta lattea?

La crosta lattea è una forma di dermatite che si può riscontrare nei lattanti nei primi 6 mesi di vita. È caratterizzata da piccole scaglie isolate, untuose, di colore variabile dall’avorio al giallo-bruno. Nei casi più gravi, le squame, molto aderenti al cuoio capelluto possono ispessirsi e disporsi in strati.
Dopo aver applicato localmente un olio apposito (chiedete consiglio al pediatra) per ammorbidire le scaglie con una spatolina a setole morbide procedete al distacco. Dopo i 6 mesi la crosta lattea scompare spontaneamente.

Che cos’è l’eritema da pannolino?

L’eritema da pannolino è un arrossamento della pelle che si manifesta in neonati e bambini piccoli che indossano pannolini di plastica. L’irritazione colpisce solo le zone a diretto contatto con il pannolino. Una delle principali cause è l’umidità che si crea all’interno del pannolino imbevuto di pipì (considerando che il neonato la fa spesso, intorno a ogni mezz’ora). Tale umidità altera il film idrolipidico che protegge la sua pelle da tutti gli agenti esterni. Privata di questa difesa, la cute arrossa e si irrita.
È molto importante cambiare spesso il pannolino al neonato e lasciandolo e tenere la parte arrossata all’aria quanto più possibile. Non applicare creme al cortisone o al mercurocromo, olii o altri unguenti di propria iniziativa ma chiedere consiglio al pediatra.
Non usare talco perché mischiandosi con l’urina e le feci (molto liquide nel bambino) può favorire il ristagno di umidità. È da evitare anche l’amido perché favorisce lo sviluppo di un fungo: la Candida albicans. Almeno per il periodo di eritema da pannolino può essere utile per accelerare la risoluzione utilizzare pannolini di cotone, scomodi, ma meno irritanti.
Il cambio del pannolino deve essere comunque sempre frequente per ridurre il rischio di ulteriori infiammazioni.

Che cos’è il milio?

Il milio facciale (milio dei neonati) si manifesta con presenza sul viso – soprattutto su fronte, punta del naso, guance e mento – di piccolissime cisti bianche, formate da sebo, lievemente rilevate che scompaiono entro le prime settimane di vita, senza bisogno di alcuna terapia.

chiudi

Nota sul contenuto e i suoi divulgatori: tutto il materiale disponibile nel suddetto corso preparto, le affiliazioni, le strutture ospedaliere e il personale sanitario intervistato, sono stati realizzati e pubblicati nel febbraio 2014, data di produzione dei contributi.