Corso di preparazione al parto

5. Da donna a mamma, come si cambia

La relazione prenatale con il vostro bambino (bonding) è un nutrimento spirituale indispensabile per coltivare il senso di maternità e il legame affettivo.

Gli sbalzi d'umore materni

I continui alti e bassi dell’umore (lacrime facili, inquietudine, improvvise crisi di malinconia…) sono una delle caratteristiche più tipiche della gravidanza e possono essere più accentuati nelle donne con un profilo emotivo più fragile già prima dell’attesa. Le variazioni ormonali in atto provocano profondi cambiamenti anche da un punto di vista emotivo.
Gli effetti sono differenti da donna a donna e tendono a variare nelle diverse fasi della gravidanza. In genere nel primo trimestre ci si sente strane, nel secondo molto più serene e nel terzo più soggette ad alti e bassi. Man mano che procede la gravidanza, i pensieri si fanno sempre più intimi, la donna è via via più concentrata sulle sue percezioni interiori; se riesce a viverle serenamente potrà assaporarne tutte le gioie e coltivare maggiormente il rapporto affettivo con il bimbo che cresce dentro di lei.

Vediamo insieme cosa può succedere alla futura mamma

La regressione all’infanzia

La mamma in attesa sembra spesso vivere in un mondo interiore da cui gli altri sono esclusi: non è un caso che secondo la saggezza popolare lo stato di gravidanza si riveli nello sguardo trasognato della donna.
In effetti, durante l’attesa si tende a tornare bambine, a regredire all’infanzia. Si tratta di un fenomeno ben preciso, che è funzionale alla necessità dell’istinto materno di avvicinarsi e comprendere meglio il figlio che cresce dentro di sé, identificarsi con lui per percepirlo meglio. È un lavoro inconscio, che implica la possibilità di riappropriarsi della particolare attitudine infantile di capire e di comunicare con gli altri attraverso segni e sensi che trascendono il linguaggio, come il tatto, l’udito, il movimento. È un lavoro che si traduce in comportamenti che possono apparire insoliti perfino a noi stesse oltre a chi ci sta vicino: quando siamo incinte diventiamo più spontanee, sincere, dirette, alla ricerca di maggiore tenerezza e rassicurazione anche da un proprio modello materno - che in genere ritroviamo in nostra madre - con la quale riallacciamo o intensifichiamo un discorso antico, di vissuti d’amore o di conflitto a seconda dei casi. D’altra parte la consapevolezza di stare partecipando a un evento unico costituisce la grande forza della mamma in attesa ed è proprio in questa continua ambivalenza - come sottolinea la Dr.ssa Gherardi nei video - che si possono comprendere anche gli improvvisi cambi di umore della futura mamma.

Maggiore interiorità e attività onirica

In parallelo alla regressione all’infanzia, la donna in attesa progressivamente sviluppa un dialogo interiore con se stessa, approfondisce i rapporti affettivi con le persone più vicine a lei e si distacca da quelli più superficiali. Può succedere che abitudini e scelte ritenute fino a poche settimane prima irrinunciabili siano ora vissute con indifferenza o distacco come se la donna volesse dichiarare al mondo: “ho ben altro a cui pensare, io”.
A questa introversione si accompagna normalmente una maggiore attività immaginativa e una più intensa vita onirica: la donna ha pensieri ambivalenti, da un lato comincia a immaginare il proprio figlio come realizzazione di ciò che vorrebbe essere e avere, dall’altro lato lo pensa come minaccia per la sua vita futura. Nei sogni, pertanto, lui appare bellissimo, spesso già grande e forte, oppure – all’opposto – ha qualcosa che non va o addirittura è in pericolo. Questa fase è normale e utile perché consente alla donna di acquisire progressivamente la presenza del proprio bambino come figura sempre più autonoma da sé, con una propria personalità, con la quale avviare un dialogo spontaneo tra due persone.

La “crisi di maturazione” e il distacco

Nell’ultimo trimestre della gravidanza si delinea nella donna un atteggiamento ambivalente nei confronti del parto, che oscilla tra il desiderio di dare alla luce il bambino e l’aspirazione – diametralmente opposta – di “tenerselo dentro”. Il parto è considerato, dunque, dalla madre non solo un’occasione di felicità, perché potrà finalmente abbracciare il proprio figlio ma anche il momento del distacco definitivo dal grembo materno.
Nelle ultime settimane sarà lo stesso carico fisico del bambino a spostare l’ago della bilancia: il corpo le trasmetterà a poco a poco il proprio diritto alla libertà dal feto. In questo modo la donna inizia a pensare all’imminente parto come a una liberazione da un bambino ormai autosufficiente e in grado di vivere bene al di fuori dell’utero materno. Si avvia così quel processo psicologico essenziale affinché la madre desideri il distacco dal figlio e quindi si senta pronta ad accoglierlo recidendo al momento della nascita un doppio cordone ombelicale: fisiologico e psicologico.

La nascita del bambino rappresenta il termine del percorso della gravidanza.
La “nascita” della mamma rappresenta la conclusione del rapporto esclusivo con il feto coccolato per nove mesi.

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Gestire le ansie e le preoccupazioni

Il tono dell’umore non è condizionato solo dal “clima ormonale” tipico della gravidanza (vedi “Gli sbalzi d’umore”). La donna incinta cambia il proprio stile di vita in attesa di un evento straordinario, la nascita e la presa in carico di un bambino, di cui - soprattutto alla prima gravidanza - non è facile prevedere le ripercussioni sul proprio vissuto affettivo e sessuale, sulla vita personale, di coppia e sociale. Ecco perché a momenti di dolci fantasticherie e di impaziente desiderio di vedere e stringere il piccolo si alternano momenti di apprensione e di timori per la salute del nascituro, il parto, gli aspetti economici, il futuro e la propria capacità di genitore. L’arrivo di un bambino impone modifiche talvolta radicali dello stile di vita e anche una donna e una coppia che lo ha cercato e desiderato non può rinunciare alla propria piena libertà senza qualche timore, perplessità o rammarico. Tranquille mamme, si tratta di stati d’animo assolutamente normali; tuttavia se notate il persistere di sensazioni negative o vi sentite sempre depresse è meglio rivolgersi da subito al proprio medico e affrontare il problema sul nascere altrimenti potreste poi ritrovarvi con una vera e propria depressione postpartum dopo la nascita, proprio nel momento in cui è importante raccogliere tutte le energie per godersi a pieno il lieto evento e iniziare una nuova vita senza cadere in crisi depressive. 

 

Condividere le proprie sensazioni può essere utile
Non è mai saggio tenere per sé paure e preoccupazioni, a maggior ragione quando si aspetta un bambino. Condividere le proprie sensazioni ed emozioni con chi ci sta vicino, innanzitutto con il partner ma anche con le persone più care che magari hanno già fatto quest’esperienza e di cui ci si fida, può essere davvero utile per rasserenarsi e avere un punto di vista diverso. Altrettanto utile è esprimere le proprie ansie in occasione delle sedute del corso di preparazione al parto dove si imparano anche alcune preziose tecniche di rilassamento (Lezione n. 7 – Tecniche ed esercizi di preparazione al parto). Sono le stesse donne a dirlo e spesso anche i mariti o i compagni che seguono il corso insieme a loro. Si scopre così che donne apparentemente tranquille e sicure di sé provano le medesime paure e le stesse emozioni contrastanti, possono manifestare sintomi di depressione o cadere in crisi e questo aiuta a capire che non si è sole e non si è “strane”. Del resto se ci pensate ogni evento straordinario è preceduto da un’attesa che non può essere che intensa e trepidante, non siete d’accordo?

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Il legame affettivo prenatale

La comunicazione con il vostro bambino può iniziare molto presto perché i vostri pensieri, le vostre sensazioni, il modo in cui vi muovete si trasmettono al feto che sviluppa via via i vari sensi per sentirvi.

Gli studi di psicologia prenatale più recenti documentano che il bambino vive all’unisono con la madre. Soffre se la mamma soffre ma anche se la mamma non lo accarezza o non gli presta la dovuta attenzione.

Di seguito vediamo perché è importante che la relazione mamma-bambino sia di buona qualità già durante la vita intrauterina per un sano sviluppo psichico dopo la nascita.

L’esperienza sensoriale del bambino nell’utero materno

Immerso nel liquido amniotico, all’interno dell’utero, il bambino si muove, sente, tocca, vede, gusta, risponde, impara, ricorda. Diversamente da quanto si pensava anni fa, non è una creatura inerte, priva di personalità ma re-attiva e in comunicazione con voi. Manifesta preferenze e antipatie, predilige certe voci rispetto ad altre (prendete l’abitudine di parlargli ad alta voce o di cantargli qualcosa), la buona musica (ninne-nanne, composizioni per flauto, musica barocca etc), i movimenti dolci e ritmici e gode moltissimo ad essere accarezzato (negli ultimi mesi potrete anche distinguere il suo piede o la mano e sarà ancora più emozionante il dialogo con lui) e cullato con dolci dondolii della pancia. Non ama in genere le luci accecanti (per questo non fate bagni di sole nelle ore centrali della giornata che sarebbero fastidiose per lui), i rumori assordanti che lo fanno sobbalzare, i movimenti improvvisi e neppure essere troppo compresso (soprattutto nell’ultimo periodo), se vi vestite in modo troppo attillato, vi sedete o sdraiate in una posizione a lui scomoda. E ve lo farà capire scalciando o muovendosi in continuazione.

L’influenza materna

Per il bambino le prime esperienze del mondo passano attraverso quelle della mamma. Egli non percepisce solo gli stimoli esterni ma anche i vostri stati d’animo; reagisce ai vostri cambiamenti d’umore, adattandosi ad essi, quando, attraverso la placenta, viene stimolato dalle sostanze chimiche che le emozioni riversano nel vostro sangue in circolo. La rabbia produce adrenalina, la paura colamina, l’euforia endorfina etc. Queste sostanze arrivano al bambino qualche secondo dopo le vostre sensazioni. Gli studi più recenti dimostrano che ai bambini non piace essere esposti a lungo a emozioni negative materne (e come dar loro torto?). Il bambino si sente felice e sereno quando lo siete voi. Se vi sentite depresse pensate che gli state comunicando il vostro stato d’animo e occorre che lo rassicuriate del vostro amore. Alcuni esperti hanno di recente ipotizzato che disturbi frequenti in età infantile come l’iperattività, l’insonnia e la depressione possano essere in relazione con intensi stress emotivi sofferti dalla madre durante la gravidanza; alcuni studi sono in corso su queste tematiche. Cercate quindi di condividere consciamente con lui tutti i vostri pensieri più positivi, dolci, affettuosi e teneri che contribuiranno a farlo sentire amato, desiderato e fiducioso sulle sue capacità anche in futuro.

L’influenza paterna

Il comportamento del futuro papà, la sua presenza e l’atteggiamento verso la madre sono altrettanto importanti, già in questa fase. Se la nascita del figlio vi riempie di gioia, sarete un grosso sostegno morale per la futura mamma e il bambino non potrà che sentire e godere del clima sereno e affettuoso che lo circonda. Anche voi, come la mamma, abituatevi a parlargli a voce alta: alcuni studi recenti hanno dimostrato che dopo la 20a settimana, quando l’udito è completamente sviluppato, la voce dai toni gravi come quella maschile, è la prima ad essere percepita. Noterete che quando sente la vostra voce, gira la testa nella vostra direzione e il battito del cuoricino accelera. Così la riconoscerà anche appena nato, tra le altre voci. Lo stesso vale per le musiche che gli avrete fatto ascoltare durante la vita prenatale: dopo la nascita vi darà segni di riconoscerle in mezzo ad altre.

  • Migliorare la relazione affettiva mamma-bambino

    Piccole pratiche quotidiane Se il bambino scalcia e si agita più del solito, sedetevi in un luogo appartato e comodo e provate a tranquillizzarlo. Massaggiatevi l’addome, fatelo piano e con dolcezza, per armonizzare corpo e spirito; prenderete coscienza del vostro corpo e delle sue parti, ridurrete le tensioni muscolari. Associato alla respirazione profonda che avrete imparato al corso preparto, il massaggio rilassa e favorisce il contatto sensoriale con il bambino.

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  • Coltivare una relazione madre-figlio di qualità già nella vita prenatale

    Una selezione di libri scelti per voi Abbiamo raccolto una selezione di libri che possono aiutarvi a comunicare con il vostro bambino già nell’attesa per coltivare il legame affettivo che vi legherà a lui per tutta la vita. Cercate quello che fa per voi e leggetelo insieme al papà.

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Nota sul contenuto e i suoi divulgatori: tutto il materiale disponibile nel suddetto corso preparto, le affiliazioni, le strutture ospedaliere e il personale sanitario intervistato, sono stati realizzati e pubblicati nel febbraio 2014, data di produzione dei contributi.